| Se c'è un territorio culturale che, più ancora del romanzo e del cinema, senz'altro di più dell'architettura e della pittura, molto molto di più della poesia e della musica, riflette la propria epoca, questo è certamente, per gli evidenti rapporti con le cosiddette condizioni materiali d'esistenza e con le trasformazioni dei mezzi e dei rapporti di produzione, la cucina. Di qui l'idea di ripubblicare alcuni vecchi ricettari dell'anteguerra. E di ripubblicarli non solo e non tanto come riproposta di un'agonizzante cucina casalinga, fra popolare e borghese, quanto come documenti di storia, sia pure minore. Cucina pratica di Zia Carolina, del 1936, è uno dei tanti ricettari "ad uso delle famiglie" e le famiglie che gli alquanto modesti compilatori hanno in mente non sono quelle rurali, robuste e sane, parche di bisogni e generosi di prole della propaganda fascista, ma le famigliole piccolo-borghesi cittadine, a cui si fornisce una cucina appunto "pratica" e prudentemente anonima, di poche e non complicate idee e senza voli di fantasia: una cucina del consenso insomma. |