| La cucina dell'amore del «Dottor» Omero Rompini, del 1926, «manuale culinario afrodisiaco per gli adulti dei due sessi», eccezionale e un po' patetico documento di euforia postbellica, è un tipico prodotto della «cultura del tabarin» e dei «gabinetti riser-vati», ma non si capisce bene se nella versione seria di Gino Franzi o in quella faceta di Petrolini; si scorrano appena i titoli dei piatti: zuppa alla Pompadour, uova di pavoncella alla Du Barry, luccio ripieno alla D'Estrée, uova affogate alla Cleopatra, filetti di sogliola alla Messalina, tartufi alla favorita, astaco alla sibarita, nonché, naturalmente, uova alla gaudente. Si tratta, in realtà, dell'opera non di un «empirico manipolatore», ma di un «intellettuale della cucina», ostentatamente raffinato ed epicureo, dannunziano e francofilo, seguace del grande Brillat-Savarin, e dunque non tanto di un libro di proposte gastronomiche, quanto di proposte culturali. |