| L'albero della libertà culturale cresce a stento in ogni emisfero; ogni generazione sembra dover rifare in proprio l'esperienza del fallimento di quella precedente, e le brevi primavere sono seguite, subito, da più aspre gelate. Queste conclusioni, derivate da quanto è accaduto sotto fascismo, nazismo, totalitarismo staliniano, ed accade ora nei regimi forti di tutto il mondo, sono avvalorate da queste agghiaccianti testimonianze sulla lotta degli intellettuali statunitensi per la libertà di espressione, e per trovare un aggancio diretto con i problemi sociali. Non campi di concentramento, ma ostracismo, persecuzione, discriminazione sul lavoro, distruzione di opere in pubblico o in privato, censura, isolamento, paura, hanno ricondotto l'impegno, con analoga efficacia, al silenzio. Nel momento in cui il dissenso giovanile si sta estinguendo, i saggi ed i documenti qui raccolti — frutti di due seminari alla Pennsylvania State University — riaprono il chiuso forziere delle ribellioni perdute e celebrano dimenticati eroi d'onestà intellettuale.
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