Sembrava non dovesse morire mai
Scompare a 104 anni Kazuo Ohno, l’ultimo grande vecchio della danza mondiale
Aveva dribblato i cento nell’ottobre del 2006 al BankARt Studio NYK di Yokohama con grandi festeggiamenti.
L’anno dopo, il Museo Civico Archeologico di Bologna gli aveva dedicato una grande mostra in occasione dell’apertura di un Archivio Europeo sulla Danza Butoh a lui dedicato presso l’Ateneo Bolognese. Noi gli avevamo dedicato un libro con i manifesti e i poster dei suoi spettacoli in giro per il mondo: Cent'anni di danza di Toshio Mizohata, suo fedele allievo e manager e Marie Perchiazzi, responsabile per l’Europa.
Poi, si era come addormentato, e nella sua stanza sfilavano settimanalmente centinaia di “allievi”, danzatori, estimatori da tutto il mondo.
La macchina da presa aveva indagato ogni centimetro del suo corpo scarnificato in cerca di una ragione, di quel confine fra vita e morte che la sua danza ha pervicacemente esplorato per tutta la sua lunghissima vita.
Sembrava non dovesse morire più.
Invece, ieri pomeriggio, alle 16,38 ora locale, pacatamente è volato via.
Noi che abbiamo avuto il privilegio di accompagnarlo – dopo il Festival di Nancy che lo rivelò al mondo del Teatro-danza e non solo - in Italia come in Messico, in Europa come in Canada, scopriamo che la perdita, benché attesa, è dolorosa.
Lo ricordiamo al Meeting di Rimini, nel 1985, quando androgino e seminudo sventolava un fiore di carta sotto il naso di un crocifisso trecentesco per implorare il perdono di Gesù per Giuda, “necessario alla storia della Salvezza”; lo ricordiamo a Madrid, a Parigi, a Ferrara, a Praga o a Roma, dove sempre suscitava la stessa violentissima emozione negli spettatori. Lo ricordiamo nel giardino di casa nostra come nel suo Studio di Yokohama quando la prima volta ci accolse stappando una bottiglia di eccellente bordeaux. Lo ricordiamo con la moglie adorata, Chie-san, che lo seguiva pazientemente negli ultimi anni; e se ne andò prima di lui. Ma ricordiamo con piacere anche la trasferta giapponese di Carla Fracci che, assieme ad altri grandi della danza mondiale, danzò in suo onore col figlio Yoshito.
Il nostro modo di onorarlo, da quando il tempo aveva fermato la sua capacità di muoversi e dopo aver creato l’Archivio Ohno a Bologna assieme a Eugenia Casini Ropa, è stato quello di affiancare la didattica Butoh – ma meglio sarebbe chiamarla “filosofia”, o meglio ancora “ricerca” - a quelle massime dell’Opera di Parigi e di Martha Graham nel Progetto danz.fest che per il terzo anno si tiene anche quest’anno a Cattolica nel mese di luglio.
Maria e Mario Guaraldi
RASSEGNA STAMPA
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Magazine.unibo.it
GALLERY
Meeting di Rimini
Guaraldi.it
SITO UFFICIALE
www.kazuoohnodancestudio.com
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It was as though he would live forever
The world’s Butoh dance legend dies at 103
In October of 2006, Kazuo Ohno celebrated his 100th birthday at the BankARt Studio NYK in Yokohama. The following year Bologna’s Civic Archeological Museum devoted a large exhibition to Ohno on the occasion of the opening of the Kazuo Ohno Butoh Dance European Archive at the University of Bologna. We dedicated a book to him comprised of a collection of posters from his various worldwide performances: A Hundred Years of Dance by Toshio Mizohata, his faithful student and manager and Marie Perchiazzi, his European promoter.
In recent years whilst in a sort of perennial sleep, Ohno was host to a procession of hundreds of ‘students’, dancers, and supporters from the world over who came to pay him weekly visits. It was as if those visitors and the video camera which recorded their meetings, sought to examine every centimeter of his skeletal body in search of meaning; perhaps that fine line between life and death that his dance philosophy had persistently explored.
It seemed as though he would live forever. Yet instead, yesterday afternoon at 4:38pm local time, he calmly slipped away. For us who had the privilege of accompanying him (after his European debut at the Festival of Nancy which revealed him to the world, not just that of theatre and dance) in Italy and Mexico, and then in Europe and Canada, realize that this loss although expected, is sorrowful.
We remember his performance at the 1985 Meeting di Rimini, when his androgynous, half nude figure waved a paper flower under the nose of a 13th century crucifix, as if to plea to God for Judus’ pardon - an act he would call “necessary to the Salvation story”. We remember him in Madrid, Paris, Ferrara, Prague or in Roma, where he would arouse similar intense emotions in his audiences. We remember him in the garden of our house, just as at the Yokohama Studio when for the first time he welcomed us into his home, and sharing a bottle of wine together. We remember him with his adoring wife Chie-san who was his patient companion, and who sadly passed before him. We fondly remember Carla Fracci’s trip to Japan, together with other great dance legends who danced in his honor with his son Yoshito.
Since Ohno was in recent years no longer able to travel, we have continued to honored him in Europe by founding the Butoh Archive with Professor Eugenia Casini Ropa at the University of Bologna which supports the worldwide dissemination of Butoh – a true dance ‘philosophy’ or perhaps better put, ‘quest’. And also through the creation of danz.fest, a international dance education project of the highest level of excellence which brings Butoh dance philosophy together with the great dance traditions of the Paris Opera Ballet and Martha Graham and for the third consecutive year and is held in Cattolica (Italy) during the month of July
Maria and Mario Guaraldi