| Saggi introduttivi di Benno Albrecht e Cristiano Tessari. Una capillare indagine su un’opera di Filippo Brunelleschi, condotta da Leonardo Benevolo oltre 45 anni fa: oggetto dello studio è il Santo Spirito di Firenze, che nel XVI secolo, pur essendo l’opera già mutila e sfigurata non meno di quanto lo sia ora – così percepita o meno dal visitatore contemporaneo – appariva a Giorgio Vasari come “il più perfetto tempio di cristianità”. Basata su un esame scrupoloso dell’edificio, l’analisi rappresenta un’esemplare esposizione metodologica di cui il disegno architettonico e le relazioni metrico-decimali, derivate dalla conversione delle originarie misure in braccia fiorentine, costituiscono gli strumenti primari: disegno, declinato nelle varianti ortogonale, prospettica, analitica e schematica; misurazioni, calibrate in funzione delle verifiche progressivamente effettuate. ‘Riprogettare’ quanto gli accidenti del fabbricare hanno comportato in sede esecutiva costituisce il movente del tutto consapevole e il postulato necessario dell’architetto che intenda dare un contributo alla storia della sua disciplina. Il saggio del 1968 di Benevolo su Santo Spirito si ripropone come una lezione magistrale: a insegnare che studiare architettura consiste nel ripercorrere, fase per fase, misura per misura, i passi dei maestri del passato; a ricordare che progettare architettura significa, prima di tutto, ritornare ostinatamente al disegno come strumento conoscitivo del passato e come strumento operativo del presente. |