| Divertimento, stupore, mitologia: ecco la Rimini che i contributi che seguono disegnano, con precisione di tratti e ricchezza di particolari. Apre lo “straordinario” testo del critico cinematografico (e ottimo scrittore!) Renzo Renzi, che indaga il rapporto che Fellini ha intrattenuto con lo strano misticismo della sua terra d’origine. Ne emergono una Rimini che fa sorridere, abitata, o meglio, vissuta, da gente capace di discutere una notte intera sul dilemma: «quanto pesa un occhio?», oppure: «si dice ‘tela cerata’ o ‘cera telata’?». Una terra da cui viene l’Angelo coi baffi, ma anche una terra legata, soprattutto in molte zone del’interno, al culto della magia, alle streghe, agli indemoniati. Una terra in cui affondano le radici delle storie, dei personaggi e dell’identità del grande Federico. Angelo Fabi – cultore ed esperto della tradizione romagnolo-francese – e Guido Nozzoli – scrittore e giornalista di grande attività – proseguono tratteggiando una vera e propria “antropologia riminese”. Il primo si occupa della tradizione marinara e rurale, dove i riminesi sono i sipuléin, i mangiatori di quelle seppioline che pescano in così grande quantità; il secondo fa invece l’apologia delle ruggenti estati dominate dal “birro”, re della spiaggia. Poi, dopo lo sguardo antropologico, ecco quello mitologico. Loris Pellegrini, scrittore e regista, si inoltra nella mitologia letteraria della “famigerata” Francesca da Rimini, percorrendone la fortuna attraverso tutte le penne che nel tempo hanno favorito la sua fama; Gabriello Milantoni, critico d’arte di fama internazionale, ci racconta l’esilarante percorso “dal castrato ai vitelloni”, ossia cosa è accaduto alla Rimini che nel seicento amava i cantanti maschi in ruoli da donna, e poi invece ha generato i vitelloni felliniani? Curiosità e originalità per raccontare le radici di una Rimini misteriosa, rituale, festaiola e affascinante, generatrice di atmosfere da grande cinema come di eretici riti ancestrali; teatro di amori mitici, tradimenti storici, esilaranti equivoci: una Rimini, comunque, da conoscere. |