| “Gli avevo detto che Grazia era il mio nome, gli avevo detto proprio così: Grazia Deledda. Tuttavia, io non credevo di essere quel nome. Me lo portavo addosso al modo di una scrittrice che indossa uno pseudonimo. Di fatto, non mi sentivo Grazia Deledda. Per me potevo essere un’altra donna, potevo persino essere un uomo, stipato nel mio corpo di donna” “Chi sei tu?” “Chi sono io?”: domande martellanti, che segnano un percorso ossessivo di ricerca dell’identità, attraverso il tempo e lo spazio. Dall’Ottocento ad oggi, da Parigi alla Sardegna, uomo e donna si sfidano, sviscerano quell’equilibrio precario in cui si gioca ogni rapporto d’amore. Grazia Deledda si indaga nell’incontro con il critico letterario torinese Enrico Thovez, André Breton esplora le pieghe della psiche nel suo rapporto con Nadja, e un moderno Ulisse e una moderna Penelope si inseguono camminando su due assi paralleli che con ostinazione chiamano destino. |