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Un buon libro non può morire
Risurrezioni digitali di vecchi titoli della prima Guaraldi
Ancora oggi, a distanza di quarant’anni dagli esordi fiorentini, quasi quotidianamente ricevo richieste di acquisto di titoli pubblicati in quella lontana stagione come se fosse la cosa più normale del mondo.
Ho smesso di fare ironia (telefonica o per e-mail) come mi succedeva all'inizio - : "Ma lei si rende conto che sta facendo dell'archeologia editoriale?" sfottevo. "Si rivolga ad una libreria antiquaria...".
E subito impallidivo, per l'immagine mortuaria che involontariamente evocavo.
Ricordare - cioè ricondurre al cuore, come ci spiega l'etimologia - può essere doloroso.
In realtà sapevo bene che quegli straordinari "clienti" non facevano altro che confermare le mie teorie sul libro che non può morire: il suo contenuto è per definizione immateriale! Un buon libro non deve morire, il file digitale è una sorta di "anima" del vecchio libro cartaceo che si deteriora e si riduce in polvere, come conviene alla materia.
Non a caso, agli inizi della rivoluzione digitale, mi ero inventato un Progetto Lazzaro, per far "risuscitare" i vecchi libri cartacei nel paradiso immateriale dei bit, nelle praterie di Internet. Non avevo però applicato la parabola dell'alzati e cammina alla mia storia personale: si sa, sono sempre i libri degli altri a morire, non i nostri...
Devo dire, anzi, che ho sempre avuto, istintivamente, un grande pudore verso la mia trascorsa attività editoriale. Non solo per le traversie che l'hanno caratterizzata e che non è ancora il momento di rivangare, ma soprattutto perché pensavo che ogni libro ha la sua stagione, come gli amori, e che non c'è nulla di peggio delle rimpatriate dei reduci.
Poi, mi sono ricapitati in mano due titoli importanti per la mia storia - Il Calcio come ideologia e La mamma cattiva - che mi erano sembrati meritevoli di una "eccezione" non fosse che per verificarne la carica profetica trent'anni dopo.
Sul primo ho organizzato un bellissimo Convegno in collaborazione con l'Università di Teramo-Atri, intitolato "Il Calcio, ultima ideologia?" di cui sono recentemente usciti anche gli Atti.
Sul secondo ho organizzato una grande tavola rotonda a Bologna nel solco innominato e doloroso del dramma di Cogne.
Ma più che una resa dei conti con i miei trascorsi editoriali, era ancora una proiezione verso il futuro di problemi scottanti. E' il futuro che mi affascina e seduce.
E invece, un giorno mi arrivava la richiesta di Olimpiadi dello spreco e dell'inganno, un altro di Io ero l'albero, tu il cavallo, e così via, una spigolatura interessante, imprevedibile, a volte inquietante di chissà quali curiosità inducevano queste persone a frugare in un vecchio catalogo che in qualche misura, persino in termini giuridici, non mi appartiene più. Ma appartiene, volenti o nolenti, alla cultura di questo paese: il Lazzaro di cui si tratta è nient'altro che la nostra storia.
Questa sezione del sito è dunque un servizio reso a quei lettori che per qualche ragione continuano a visitare temi ed autori che pubblicai negli anni '70: con alcuni di loro ho tutt'ora un caloroso rapporto di amicizia, altri li ho persi di vista, alcuni non ci sono più.
Il sistema che ho deciso di adottare è proprio quello, umile, del PDF-on-demand che in qualche caso potrà persino diventare "Print-on-demand" (come per Mussolini contro Freud, del mio amico Piero Meldini: e in questi casi, ovviamente con l'accordo dell'autore e con nuova introduzione).
La digitalizzazione dei file avviene cioè solo per i titoli del vecchio catalogo richiestici da qualche lettore.
La richiesta di 10 € più 22% di IVA per ogni PDF — l'un per l'altro — (come si conviene per ciò che giuridicamente viene considerato un servizio, non un libro) non ha dunque nulla a che vedere con la logica del possesso del diritto d'autore di quel titolo, casomai con quella di una futuribile forma di prestito bibliotecario. Ed è destinata esclusivamente a coprire (speriamo) i pur modesti costi di digitalizzazione, che devo alla dedizione e all'amicizia di Piero Demarchi.
Mario Guaraldi
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